sabato 30 luglio 2011

Condannati all'infelicità sentimentale?

In questa settimana ho avuto modo di vivere molto in mezzo alla gente, ragazzi e ragazze soprattutto coetanei, e mi sono accorto che forse la mia infelicità non è la sola, ma riflette un mondo in cambiamento e l'età che sto vivendo.
E' vero che il mondo è pieno di 20/30enni che stanno per sposarsi, ma è altrettanto vero che moltissimi sono da soli e manifestano la tristezza di una storia da poco finita.
Mi trovavo giusto a mangiare qualche giorno fa e ho avuto modo di parlare con una ragazza poco più grande di me. Il suo fidanzamento era lungo e consolidato, quasi 6 anni direi e un matrimonio se non in vista quasi a portata di sbarco.
Finito tutto.
In un soffio lei ha trovato casa da sola, comprato televisore, computer, mobili e tovaglie e si è ritrovata a pranzare e cenare sola, come mai era accaduto prima negli ultimi 6 anni.
Queste cose, secondo il mio punto di vista, sono orribili.
Credo, senza dubbio, che sia inevitabile vivere cambiamenti della propria persona, della propria vita e intraprendere un cammino nuovo....ma credo altresì che non si possa cancellare facilmente tutto in così poco tempo: quali sono state le motivazioni che hanno portato a ciò? Erano davvero gravi e non rimediabili? Possibile che sia tutto perduto?
Io, certo, non posso rispondere a queste domande, ma quando mi trovo a pensare alla mia storia, a come è andato a me e cosa potevo fare per evitarlo, mi sembra palese e scontata la risposta: niente.
Non si possono cambiare le persone modificando il proprio comportamento e penso che sia falso che la percezione di noi agli occhi degli altri possa influire sul loro comportamento.
Io posso essere più o meno delicato verso chi è più o meno sensibile, ma alcune cose come la fedeltà, la fiducia, la sincerità ecc.. fanno parte di me radicalmente e non posso modificarle....
Mi chiedo dunque perché "gli altri" (che siamo poi sempre noi, secondo una canzone di Tozzi) non possano utilizzare una "cazzo" (scusate la parola, ma stavolta ci vuole e sarà una delle poche e ultime di questo blog) di delicatezza verso i nostri confronti una volta tanto, giusto per farci capire che non siamo noi i deboli, non siamo noi gli sfigati, non siamo noi i nemici: noi siamo quelli forti, quelli che non ti tradiranno mai, noi siamo quelli che sanno amare davvero.

A.

domenica 24 luglio 2011

Viveur

E' quello che ogni persona che ha un momento di risalita vorrebbe essere.
Chi cerca, per poi vivere veramente, i piaceri della vita mondana ci sembra più risoluto, abile nel vivere, in pace con se stesso e, soprattutto, realizzato.
Ahimé spesso non è così e questa facciata di spessa e bellissima (ai nostri occhi) muratura nasconde persone che sono "poser" di questo tipo di vita ma che sono ben diversi se li si guarda nel profondo.
Sto cercando anche io di fare, girare, brigare ma mi rendo conto ogni volta che mi trovo da solo che le cose non sono mai cambiate e mi trovo ad inseguire uno stile di vita che non è mio e quindi non mi ricompensa.
Sarebbe molto più bello che tutti, io compreso, fossero coerenti con sé stessi e trovassero altre persone coerenti come loro per poter evolversi e migliorare; invece io mi trovo COSTRETTO ad imitare un tipo di vita che non è il mio per "seguire" altre persone che poi, alla fine, so essere come me quando sono sole con se stesse: ciò non ha senso alcuno.
Tuttavia, lo ammetto, è divertente cercare di cambiare, fingersi diverso e questo va ad "attrarre" gli altri perché anche loro credono di poter cambiare vedendo come sei cambiato te, quindi prendono anche più fiducia e si preparano a fare una mossa che normalmente non avrebbero mai fatto per esempio, o dire qualcosa che possa comprometterli solo per il gusto di sentirsi anche loro "cambiati".
E' un ragionamento molto contorto, lo so, ma non è forse il massimo della contorsione la stessa mente umana?

A.

venerdì 15 luglio 2011

Risalita

Non so se lo dicevo anche qui, ma io ho una "bella" dote, ovvero riesco a mettere da parte le persone che non vedo per lungo tempo fino a quasi "scordarle". E' una cosa brutta, perché dovresti essere sempre collegato in qualche modo a chi ti ha fatto del bene o anche del male, ma forse è un meccanismo naturale atto alla salvaguardia di persone delicate, sensibili, che facilmente incorreranno in sofferenza a causa di altri.
Tuttavia, chi mi ha dato tanto è sempre molto difficile da scordare e basta un ritorno per innescare un interessamento verso di lui/lei, verso ciò che ha fatto e ciò che vuole fare.
Questo è un periodo di risalita, nel quale sto "bene" e cerco solo di starci più a lungo possibile, senza farmi problemi per i comportamenti altrui ma badando principalmente alla mia vita.
Ultimamente conosco persone nuove e imparo altri modi di vivere, con i suoi pro e con i contro, perché mi sono accorto che la vita non è così lineare come si vuol far credere: non serve a niente avere pregiudizi, fiducia verso qualcuno, o qualcosa, o sperare in bene: bisogna prendere tutto, di petto, ma tutto! Bisogna essere forti perché la curva è sempre dietro l'angolo e non puoi sapere il suo raggio....
Probabilmente l'unico allenamento alla vita è la vita stessa, quindi giù a vivere!

A.

martedì 5 luglio 2011

Non saper che fare...

E' passato un bel pò di tempo ma rieccomi qui.
Tutto scorre regolare, a parte il mal di gola di Luglio che non è proprio proprio piacevole, se vogliamo dirla tutta. Però passerà, come tutto.
Mi sento sempre più preso in giro e sfruttato dalle persone: non solo quelle che mi circondano, ma anche chi conosco per la prima volta o da poco tempo; sembra che tutti cerchino solo di portare acqua al proprio mulino.
Questa sensazione mi accompagna, ormai, da moltissimo tempo e non riesco a non collegarla a quello che mi è successo.
Oggi, pedalando sulla mia bicicletta lungo una strada che mai avevo percorso prima, pensavo: "uscirò mai da questa situazione o diventerò una di quelle persone aride e senza cuore che affollano il nostro pianeta?".
Beh, non so ancora la risposta, anche perché di tempo ne è passato parecchio dal "dramma" che mi ha cambiato ma non riesco proprio a vedere uno spiraglio di luce.
"Sento" anche la persona che mi ha fatto del male e, con i suoi difetti e le sue imperfezioni, mi sembra ancora l'unica che possa costituire l'altra parte della mela, sebbene un poco marcia.
Spero tuttavia che il tempo guarisca le mie ferite e mi permetta di trovare persone "alla mia altezza": non dico questo con presunzione, non affermo certo di essere il migliore in niente, ma per "altezza" intendo "somiglianza" nel senso più alto del termine in quanto, parliamoci chiaro, chi al giorno d'oggi si fa i problemi che mi faccio io per ogni comportamento?
Continuo a chiedermi se sono io il problema...

A.