venerdì 29 aprile 2011

Giudizi Universali...

Beh, Giudizi Universali è un must per chi è giù, o in un delicato momento di riflessione sulla propria vita...
Trovo che ogni singola parola sia stata minuziosamente studiata da Samuele, in quanto la canzone ha per ognuno un particolare significato ma, più in generale, accortezze universali, a voler riprendere il titolo.
Dopo secoli che la ascolto, in quanto ho sempre apprezzato questo cantante, oggi mi sono soffermato su questa strofa:

"Mangiati le bolle di sapone intorno al mondo e quando dormo taglia bene l'aquilone.
Togli la ragione lasciami sognare, lasciami sognare in pace".

La trovo cucita su di me.
Da l'idea di una persona spensierata, che vive con te una vita di piacere, soddisfazione e fiducia, alla quale chiedi di "tagliarti" il vincolo con la ragione durante il sonno, quando tu non puoi essere cosciente e quindi capire cosa stia succedendo, per poter sognare e vivere la vita in armonia e spensieratezza, senza legami dettati dal cervello.
E' un capolavoro, secondo me.
Anche io voglio sognare, in pace, come deve fare un essere umano che nella giovinezza cerca di trovare le sue soddisfazioni immaginando ciò che potrebbe essere ed avendo le sue speranze...
Voglio, tuttavia, che questa "separazione" tra me e il mio intelletto sia fatta inconsapevolmente, senza che me ne accorga, per non sentirmi mancare qualcosa di importante che mi ha sempre accompagnato (e mi ha causato spesso danni).
Una persona dotata di sentimenti, sentendo questa canzone, deve per forza sentirsi in pace con se stessa e con gli altri: ci sono troppi significati, troppi rimandi alla vita di ciascuno di noi che non si può che dire "Vabbeh, perdono tutti e amo tutti, incondizionatamente, per questi 3 minuti e 57 secondi".
Grazie Samuele, altro pilastro (ahimé poco considerato) della musica italiana.
Spero solo che il mio futuro (e quello di chi legge qua, se ci sarà mai qualcuno) sia cosparso di tante vie alternative, ma che portino tutti alla felicità e alla soddisfazione: non importa i sacrifici che saranno necessari per percorrere la strada vita, ella DEVE essere vissuta in pieno, perché è un dono troppo bello per essere sprecato o preso alla leggera.
Una felice notte a tutti e a me stesso...


A.

giovedì 28 aprile 2011

A Hard Day's Night

Oggi è stata duretta: lavoro da mattina a sera, con ritmi non decisi da me, ma da coloro che mi assistevano (e non erano molto "vivaci"). Risultato: allungamento tremendo dei tempi di esecuzione di tutto.
Una cosa però mi rende felice, ovvero la serata.
Ero quasi incredulo quando ho visto l'sms d'invito per una birretta, ma era proprio ciò di cui avevo bisogno: svago.
Dopo un giretto di chiamate mi sono trovato a prepararmi e uscire, più felice che mai.
Ho bisogno di tempo per pensare, riflettere e valutare bene ciò che è stato e ciò che deve essere. Penso tuttavia che questa necessità DEBBA essere abbinata a una sana dose di relax e "vita" della quale, per colpa della mia correttezza, mi sono sempre privato (più o meno).
2 birrette, diverse chiacchiere, incontri carini e via: la vita prosegue!
Vado a letto subito subito, non voglio spegnere in me questo ottimismo regalatomi dalla meravigliosa serata.
La cosa divertente è che, magari, se raccontassi a qualcuno che esce spesso quel che ho fatto, manifesterebbe noia mortale; mi sento ancora più fiero di me: riesco a dare grande importanza alle piccole cose, magari banali e noiose, siano esse una "classica" uscita per due chiacchiere che una lunga e "monotona" storia d'amore.


A.

martedì 26 aprile 2011

Mi fa male il mondo...

L'ho già nominato nei miei scritti e penso che, anche se non direttamente, lo rifarò in futuro: parlo di Giorgio Gaber.
Quell'uomo è stato in grado di dare voce alle persone come me.
E' facile sentire nelle sue performance tutti che applaudono, urlano e sembrano d'accordo con lui, ma io mi chiedo: siamo sicuri che una moltitudine di persone così abbia davvero recepito il messaggio?
Ecco, la "mia" risposta è: certamente no.
A volte in massa ci si fa prendere dalla foga, si diventa così un tutt'uno con chi si ha di fianco e sembra tutto più chiaro.
Insomma, bando alle ciance: io credo che in verità solo il 3% di chi applaudiva avesse davvero capito di cosa si parlasse e capisse i problemi del mondo e del "male" nella vita di tutti i giorni.
Tutti si lamentano, ma pochi stanno male davvero per ciò che accade: la capacità delle persone di dimenticare e passare sopra anche agli avvenimenti più importanti è terribile (quanto ammirabile...).
A me fa davvero male il mondo e non solo per le tasse o i politici, ma soprattutto per le persone che lo costituiscono. Io soffro a vedere che le relazioni sono così labili oggigiorno, che l'amore finisce nel pattume dopo poco tempo, come un formaggio andato a male, che "amicizia" fa rima con "convenienza" e che persino i genitori non sanno più educare i figli.
Se manca l'educazione delle nuove generazioni, dove si andrà a finire? E posso dire ciò con certezza, in quanto faccio un lavoro in cui si ha a che fare con una moltitudine di persone, spesso anche malate, e che nonostante tutto riescono davvero a dare il peggio di loro.
Ecco, quando ascolto Gaber e, specialmente, il suo monologo in due parti "Mi fa male il mondo", io non mi infervoro per ciò che dice: io ho i brividi e provo una compassione rispettosa per lui; non voleva fare ridere o piangere, voleva confessarsi, liberarsi con una catarsi completa dei suoi pensieri, figli dispettosi di una mente troppo, troppo, troppo alta per noi "normali".
Nonostante tutto, io mi ritrovo completamente in quel che dice. Sono stanco di persone che mi fanno torti e poi commentano su Facebook o mi danno ragione in una discussione su questi argomenti: io non voglio giudicare nessuno, non sono proprio in grado, ma prima non sarebbe il caso di farsi un esame di coscienza?
Ma noooo, certo che no.... Non è la società della bontà, della correttezza, dell'amore; qua vince solo il più forte, chi riesce a fare più danni senza il "rinculo" dello sparo... Chi si veste bene, si trucca bene, ha bei capelli, belle mani e belle sopracciglia.. Chi si fa tatuaggi che hanno una storia dietro... Chi, a lavoro, riesce sempre a passarla liscia quando si mette in malattia (falsa) e riesce a prendere le ferie imponendosi sugli altri... Chi davanti a tutti ha una relazione perfetta, ma dietro ci sono tante di quelle corna che non si passa più dalle porte... Ma soprattutto chi ha figli...Chi ama i propri figli... Oddio quanto amo e adoro mio figlio... E poi assume badanti o baby-sitter per tenergli dietro, ma non mentre si è al lavoro, ma proprio in casa, perché il marito è ricco e ritiene che la moglie a casa debba riposarsi tutto il pomeriggio...
Oddio ma dove siamo finiti? Che ne è del genere umano?
Mio padre dopo 12 ore di lavoro correva subito da me per vedermi e lo fa tutt'ora, che ho molti più anni. Mia madre per seguirmi faceva sacrifici, la tata era presente solo in caso di assoluto bisogno. Ma??? Ma???
No,no, non posso andare avanti in un mondo così, per Giove!
Sono destinato ad estinguermi! Magari anche io farò un/a figlio/a e gli/le darò tutto, facendo i sacrifici necessari per lui ma poi, gli farò del bene? Vivrà bene se gli/le insegnerò dei valori che ormai vanno scomparendo nella civiltà moderna?
Voglio andare a dormire senza pensarci.


A.

Ma perché son io, delle zucche il re??

Capita che a volte ci tornino alla memoria motivetti particolari, strani magari, sentiti più volte e ai quali non si riesce a resistere. Sono i cosiddetti "earworm", ovvero "vermi nelle orecchie", che ci assillano e rendono la melodia indimenticabile e irresistibile.
Voglio essere più metafisico. Voglio interpretare questo fenomeno universalmente riconosciuto come il modo della coscienza di dirci qualcosa o manifestarsi.
Al ritorno dal lavoro, mi sono ricordato e fissato con una canzone della colonna sonora di "A Nightmare before Christmas", animazione (per me più CAPOLAVORO) di Tim Burton.
Ebbene, la versione italiana di Jack è curata e doppiata dal grande Renato Zero: lasciate stare i gusti, quelli non si discutono, ma non si può negare che abbia rivoluzionato il mondo della canzone, della televisione e dell'artista in sé.
"Jack's lament" è una poesia, tra questa colonna sonora. Narra la solitudine, la stanchezza di quello che si ha perché non dà più stimoli e la voglia di cambiare. Jack è un mago nello spaventare,ma è tutto troppo facile nella città di Halloween, bisogna cambiare!
Voi direte "Beh, ma sei scemo? Ti sei appena lasciato per "la novità" (postilla: le novità le voleva la mia ex) e ora parli così del nuovo?", beh fatemi finire...
Dopo varie peripezie, Jack capisce che il mondo di Halloween è sempre stato il suo sogno, il posto dove vivere e dove si sente accettato per quello che è.
Ecco, ho vinto! Sottomajò!!!
Jack ha provato a cercare del nuovo e, trovandolo, ha capito che la strada vecchia era migliore. Non ha offeso nessuno, anzi, ha cercato di coinvolgere tutti gli abitanti alla preparazione del Natale.
"Dove vuoi arrivare?", direte voi..
Boh, voglio arrivare al fatto che nessuno vieta a nessuno di sbagliare, ma bisogna pagarne le conseguenze.
A volte sbagliare è giusto, ci rende consapevoli, aiuta la crescita, ma bisogna capire dove, perché e riflettere sull'errore.
Inoltre, fate come Jack: portatevi sempre dietro i vostri amici negli errori; se sono saggi riconosceranno il problema e vi aiuteranno a saltarci fuori; se non lo sono, sbaglierete insieme e avrete due punti di vista diversi per analizzare il tutto ed evitare di ricaderci in futuro.
Ora torniamo a me. Io sono stanco di fare "Il Re delle Zucche", ma non sono convinto che quando sarò nella "Città del Natale" tutto sarà più chiaro e semplice. Anzi, vi dirò!
Io vorrei, a volte, (e so che è davvero schifoso ed egoista) essere non la parte lesa, ma quella che lede... Vorrei sentirmi padrone della situazione e non sempre vittima. Vorrei "sentire" cosa si "sente" a essere uno di quegli str@@@i là fuori e vivere senza ritegno e senza rispetto di nessuno.
Parlo con il rammarico e il rimorso, lo so, ma ancora a distanza di più di un mese non capisco come sia accaduto ciò che è stato.
Forse le persone si stanno evolvendo con il mondo e, visto l'andamento di quest'ultimo, non si può pretendere tanto da chi lo abita....
Mi piacerebbe tanto, però, fare parte dell'evoluzione cavolo! Perché tutti cambiano e io rimango il solito pirla?
Mah, rimango in attesa... Tanto so già che il giorno della mia evoluzione sarà un Venerdì, quindi sono più che avvantaggiato.


A.

lunedì 25 aprile 2011

Arnold e il demonio...

Adesso, so che non è molto carino cambiare argomento in modo così deciso, ma io sono fatto così: un momento prima sono triste e 4 secondi dopo scherzo e rido per la cosa più stupida del mondo!
In particolare oggi ho visto un film su Sky, che ha ormai fatto il suo tempo, ma nel genere è sempre stupendo da vedere, un must...
Si tratta di "Giorni Contati", nel quale il fantastico Arnold Schwarzenegger, nella parte del "nostro salvatore" (no, non Gesù Cristo, qualcosa di molto più terreno...) deve salvarci dal Demonio, che vorrebbe accoppiarsi con una prescelta per dare vita alla sua progenie ed a una nuova era.
Ecco,il "divino" Arnold, alla richiesta di un prete di posare le armi e intraprendere la via della fede per salvarsi e salvare tutta l'umanità......cordialmente.....ma con decisione...risponde:

"Tra la sua fede e la mia Glock 9mm, preferisco LA MIA GLOCK!"

Tripudio da parte della popolazione di casa mia. Urla, applausi, Champagne stappati e inni alla "Santo subito" si sono levati dalle mie labbra...
E' stupendo come alcuni film possano coniare frasi d'effetto che anche a distanza di 13 e dico 13 anni mi fanno esultare come un bambino con la sua pistolina finta.
Non voglio entrare nella discussione sacro-profano, non è certo mio interesse (almeno per ora), però sottolineare la spettacolarità di questa frase, mi sembrava d'obbligo.
Grazie Arnold, hai contribuito alla grande al cinema americano, rendendo molto più godibili (almeno a me) tutti i film sfornati in quel periodo.
Non mi dispiacerebbe un ritorno stile Stallone da parte del buon Schwarzy, però penso che ora abbia davvero cose più importanti a cui badare....


A.

DeLorean DMC-12

Sarebbe troppo facile avere, anche solo in pochi casi della vita, uno strumento che predicesse il futuro: nessuno farebbe più errori grossolani o irrimediabili.
Ecco, ieri avrei davvero voluto averne uno! Io so che, a oggi, la mia scelta è stata giusta, ma non so cosa troverò nel mio cammino: e se avessi sbagliato? Se avessi ingigantito troppo la cosa?
In poche ore mi sono state rivolte attenzioni e gesta che hanno quasi modificato il mio punto di vista e, proprio sull'orlo di perdere tutto, mi trovo a pensare e ripensare ancora alla mia decisione e a ciò che comporterà per la mia vita futura.
Posso credere alle sviste. Posso credere agli incontri occasionali. Posso anche credere che, a volte, le persone tendano a sopravvalutare chi incontrano.
Questo è dovuto proprio alla naturale tendenza dell'uomo (inteso non per genere, ma per essere vivente) a cercare novità nella propria vita, per fuggire alla noia e "ravvivare" quel cammino così triste e pieno di insidie chiamato vita.
Si sono presentate anche per me alcune deviazioni e penso che la capacità di resistere alle tentazioni sia stata dovuta a un' innata condizione datami alla nascita, che mi permette sempre di valutare quello che ho e proiettare nel futuro quello che potrei avere: per ora, il bilancio è sempre stato in favore di ciò che avevo.
Ma questa volta è diverso.
Io ho messo anima, corpo e cuore in questa relazione e non posso pensare che la persona che avevo accanto non sia stata in grado di "resistere" a una piccola tentazione che, ripeto, non è stata un tradimento, ma qualcosa che per la mia mente bacata gli si avvicina molto.
In questi casi, io penso, ci sono due soluzioni: o uno impara qualcosa dall'esperienza e si rende disponibile a cambiare e modificarsi, oppure rimane com'è, cerca solo di dimenticare e questo si traduce in una mancanza di apprendimento.
Perdonare si può, sicuro, tranquillamente; dimenticare, purtroppo, no. O perlomeno, mai del tutto.
La voglia di riabbracciare questa persona e dirle "Dai, ti perdono tutto. Ricominciamo da capo" c'è stata, ma poi ho pensato che "la vita non è un film" (cit. J.Ax): io non dimenticherò MAI, si vivrà una vita piena di incoerenze, litigi stupidi, ricordi frammentati che pungono come pezzi di vetro infranti nel cuore e amore.... Sì, Amore... Perché nonostante la sofferenza, io non riuscirò a scordare questa persona vivendoci insieme e per quanto la odierò per quel che ha fatto la amerò sempre per quello che è stato e che sarà.
Ecco, sarebbe davvero un bel futuro questo, ma in un mondo perfetto, un mondo non cattivo ma estremamente buono, in cui fossero concesse a tutti seconde possibilità e nessuno sbagliasse più!!
Ma io come faccio a sapere che non accadrà più? Se già una semplice conoscenza ha messo a repentaglio una lunga relazione, se ricapitasse? 
Beh, certo se avessi avuto esperienze migliori nella mia vita, senza dubbio sarei in grado di perdonare molto più facilmente e allora sì che mi comporterei in questo modo "irrealistico". Però non è stato così, ho dovuto saltare molti ostacoli, sentire la puzza dell'infamia e della scorrettezza in quasi ogni essere vivente che mi è stato intorno, anche per solo pochissimo tempo; ho visto la sfiducia, palpato l'ignoranza e provato sulla mia pelle la più brutta categoria di sentimento del mondo: l'egoismo.
Egoismo cattivo, si intende: quello che porta ciascuno a fare tutto badando solo a sé stesso, senza pensare che ci sono altri e che a volte anche il bene comune può essere più importante del singolo; quello che fa dire ad un anziano in un bar "Sono arrivato prima io, perché serve lui??" con cattiveria, rivolgendosi a un lui di soli 6 anni, desideroso solo di una bottiglietta d'acqua per il nonno sofferente di caldo sulla panchina, disabile.
Nessuno pensa più agli altri. Ognuno pensa solo a sé stesso. Questo ci distruggerà, inesorabilmente. 
Sarò catastrofista, ma spero che questo accada in fretta. Non posso pensare che mio/a figlio/a possa vivere in questo mondo e soffrire come me.
Ovviamente io non sono uno stinco di santo, si intende, ma ho l'educazione per dire "Buongiorno" e "Grazie", per dare ancora del "Lei" a persone che non conosco, anche se hanno solo 4 anni in più di me e per rispettare chiunque, anche se questo comporta limitare il mio essere e la mia libertà.
Sì, sono un coglione, bastava una parola.
Ed è per questo che ho bisogno di scrivere, perché tutti sanno che lo sono, ma nessuno capisce perché!
Ed è quello che vorrei capire anche io. Magari in un futuro prossimo rileggerò tutto questo questo "diario" che Blogger mi permette di tenere online, lontano da sguardi indiscreti, e allora nella maturità capirò davvero chi sono io.

A.

domenica 24 aprile 2011

Quando un amore finisce

Avete mai notato come le scatole di pandori, panettoni o dei piccoli profiteroles possano essere utilizzati come "cappellini" fashion? Io lo faccio da anni ormai, e continuo a fare la parte del clown durante ogni cena o pranzo di festa: a volte le abitudini fanno ridere, per quanto stupide o banali, forse perché permettono di tornare indietro con la mente e ricordare tempi in cui tutto era diverso, in meglio o in peggio...
Oggi la giornata è delle peggiori.
Dopo un buon pranzo con tutta la famiglia mi sono subito trovato a scrivere: forse sapevo che qualcosa sarebbe andato male, lo sentivo.
Un messaggio e mi sento crollare il mondo. Prendo subito il telefono: devo assolutamente inventarmi qualcosa per essere il solito, la persona sempre sicura, ma so che questa volta andrà molto molto male.
"Pronto"?
Rispondo sicuro. Spiego le mie motivazioni. Spiattello la realtà e i miei pensieri in modo così razionale, ma così razionale, che nemmeno Einstein avrebbe potuto trovare una virgola fuori posto. Ma a volte non basta. A volte l'Amore VOLA sopra ai pensieri, alla razionalità, a tutto ciò che ci sembra INCONTESTABILE.
E così mi trovo a tentennare; non sono più sicuro; "cado giù", come diceva il grande Samuele Bersani...
Ho già esperienza con l'Amore finito, so che farà male da morire, ma poi passerà...
Non passerà, invece, la mia maledetta voglia di razionalizzare tutto! Non potevo metterci una pietra sopra?? Per una volta, non potevo lasciare passare questa svista della mia ragazza, per quanto grave che fosse?? Nessun tradimento, per l'amor di Dio, ma qualcosa che mi compromette l'esistenza, che mi fa vivere male la vita...
Riattacco.
Penso.
Solo il tempo mi dirà se ho fatto male o no.
La mia piccola fortuna è che io sono particolare, se non vedo una persona per molto tempo me ne dimentico facilmente. Sono uno che dà troppo in amore ed amicizia e questa forse è l'unica arma che mi sia stata data per non soffrire troppo. Il problema è che questo teorema ha sempre funzionato con gli amici o i poco conosciuti: funzionerà anche con l'amata? Con la precedente ragazza sì, ma era tutto diverso, era un'altra cosa, più giovani, più inesperti, legati fisicamente più che mentalmente.
Con questa era diverso, mi sento già mancare un pezzo di vita.
Penso già di aver sbagliato.
Lascio al tempo l'ardua sentenza.


A.

Perché il Venerdì?

Rieccoci qui.
Sebbene non sia un tipo a cui piace molto parlare di sé, forse per l'educazione che ho ricevuto che mi ha sempre portato a interessarmi più degli altri, mi sento in dovere di tornare un po' indietro e spiegare a me stesso (e forse anche a voi) perché il Venerdì.
Beh, diciamo che il Venerdì è sempre stato un giorno particolare per me, almeno fino a che la memoria riesce a portarmi indietro... Era il giorno dell'ultimo allenamento settimanale, fosse lo sport che praticavo calcio, pallavolo, tennis o anche solo l'educazione fisica scolastica, un giorno nel quale si sentiva il brusco avvento del fine settimana, con la sua sregolatezza e lo sfrenato divertimento!
Tutto ciò non sembra per niente negativo, anzi!!
Però a me mancava un po "l'abitudine" dei giorni feriali, gli incontri con gli amici a scuola e all'Università, anche solo quel cameratismo amichevole che ci legava gli uni agli altri, e che rendeva comuni TUTTI i problemi, i più complicati quanto i più "scemi".
E c'è un'altra cosa che mi ha sempre condizionato la vita: il Venerdì sera, infatti, era la serata nella quale mio padre usciva sempre a cena con i suoi amici. Sembra una cosa stupida vista a distanza di anni, in quanto ora la presenza o l'assenza dei miei genitori non crea in me nessun problema, ma ai tempi era difficile da accettare... Io, mia madre e mia sorella a mangiare soli a casa, magari la pizza fatta da mia nonna o mia madre stessa, oppure quel pesce congelato con il sughetto di pomodoro, una delizia solo le prime 4 volte, dopodiché puzzava di consuetudine.
Mi sono ripreso solo dopo che, un magico Martedì di non so quale anno, mio padre mi disse: "Questa abitudine della cena di Venerdì mi ha un po stancato: penso che sia proprio il momento di iniziare una vita nuova!". Non so perché lo fece, magari aveva discusso con mia madre, ma a me non interessava: io lo volevo solo a casa con noi, per essere uniti anche nella tristezza del Venerdì sera.
Da allora le cose sono migliorate.
Io sono cresciuto e il Venerdì è diventata la sera dell'uscita con gli amici: rimaneva comunque quella strana nostalgia dura da cacciare...
E' arrivata la prima fidanzata, poi la seconda, ma io "sentivo" sempre e comunque l'arrivo di questa giornata e per quanto la vivessi bene, non se ne andava mai quel sentimento di distacco dalla realtà, di straniamento.
Ma eccoci al giorno d'oggi! Venerdì di questa settimana è stato, guarda caso, il giorno in cui ho scritto quella nota su Facebook e il momento in cui ho deciso di iniziare a raccogliere qua i miei pensieri. Ora che ci penso, non mi sento di scommettere, ma potrei quasi dare per certo che la data della crisi con la mia ex fidanzata e con quella attuale siano stati proprio dei Venerdì! Insomma, un po' una sorta di persecuzione alla "Number 23", film che mi è piaciuto molto e nel quale il protagonista deve molto a se stesso per l'andamento della sua storia, così come forse questa sorta di persecuzione si deve proprio al mio sentire, al mio non essere ottimista e al voler razionalizzare tutto.
Ohh, mi sento già molto meglio.
Vedo che scrivendo, tutta la mia vita assume quell'aspetto razionale che io voglio darle e che ogni cosa ha un suo perché! Non credo, almeno per quanto mi riguarda, che ci siano cose inspiegabili, ma solo elementi che richiedano più tempo per essere metabolizzati e compresi.
Del resto, se realtà complesse come rotazioni e rivoluzioni planetarie, l'energia solare con le sue fusioni, il moto degli asteroidi e l'energia dell'Universo sono soggetti alle leggi della matematica e della fisica, possibile che non lo siano anche la maggior parte delle azioni umane?

A.

Blog terapeutico

Eccomi qua.
Ammetto che non è la prima volta che scrivo in un blog...
C'è stata un'altra occasione, nemmeno troppo tempo fa, in cui pensavo che mi sarebbe servito per sfogarmi, come a voler confessare a chiunque i miei stati d'animo, liberarmi dalle sofferenze e trovare qualcuno solidale con me, un amico...
E ci sono ricascato.
Mi sento inadeguato in questa società, mi fanno male troppe cose, per citare il buon "Signor G." e non trovo nessuno in grado di capirmi, di consolarmi, qualcuno che riesca a vedere le gesta delle persone per quello che sono e non per quello che vogliono farti credere che siano.
Ho scritto così qualche nota su Facebook, per poi accorgermi che tutti avevano interpretato male ciò che avevo scritto: anche chi pensavo potesse capirmi aveva frainteso le mie parole e mi rinfacciava cose che non avevo detto, che non avevo pensato e nemmeno volevo pensare...
Nasce così questa idea: perché non inserire (di nuovo) i miei pensieri e le mie riflessioni in un posto in cui nessuno mi conosce?
Il tutto mi sembra sempre più vincente: avrò questo mio piccolo spazio che potrò utilizzare per riflettere, per consolarmi, per confessare e in più non ci sarà nessuno che potrà "giudicarmi", se non coloro che lo leggono, ma avrò sempre un piccolo vantaggio, ovvero che non saranno persone che conosco.
Non ci saranno quindi preconcetti, vissuti precedenti insieme o legami; accetterò consigli, critiche e apprezzamenti da persone esterne, che non possono fare altro che scrivere ciò che pensano senza meditare, sotto sotto, una piccola vendetta personale o interpretare male le mie parole.
Grazie a tutti coloro che mi seguiranno, se vorranno, in questo cammino per cercare e, spero, ritrovare me stesso.

A.